Questions to…

Questions to EVELINA CATIZONE detta EVA

Arguta e colta blogger del Fatto Quotidiano, francesista, traduttrice letteraria, politica, interprete parlamentare, esperta in comunicazione culturale e social media. È stata la prima donna sindaco di Cosenza (dal 2002 al 2006), perseguendo l’idea che «la rinascita del Mezzogiorno passa attraverso la cultura». Altre info

Question scontata. Come si descriverebbe a uno sconosciuto?

Parafrando il recente best-seller di Elena Favilli & Francesca Cavallo, che rappresenta uno dei primi casi editoriali di crowdfunding, le direi una bambina ribelle ma anche una donna del sud che ha cercato di abbattere stereotipi e far cadere luoghi comuni.

L’arte come fonte di conoscenza e ispirazione in che misura è protagonista della sua vita o ha influito sulla sua visione del mondo?

Diciamo che è per me un’esperienza totalizzante della quale non saprei fare a meno. Le faccio un esempio banale: quando non riesco a dormire ascolto musica o spesso mi capita di fuggire a Parigi per il solo desiderio di visitare una mostra. Del resto forse è anche per questa tendenza che ho immaginato, quando anni fa sono stata sindaco di Cosenza, la realizzazione di un Museo all’aperto: uno spazio pubblico dove poter fruire, senza pagare un biglietto d’ingresso, magari solo passeggiando, di opere d’arte e sono assai contenta che l’attuale sindaco, Mario Occhiuto, stia continuando, arricchendo di nuove importanti opere questo spazio. Lo considero un atto di governo che sa di felicità pubblica.

Che cos’è l’arte? Ribellione nei confronti delle fragilità umane? Audacia che oltrepassa il segno? La dissezione dei propri incubi? L’esplorazione del tragico? La ricerca di mondi possibili?

Un linguaggio universale, un’esperienza multiforme dalle diverse sfaccettature, la cui visione varia tra chi la produce e chi la fruisce. Per me è un’esigenza di vita. Non potrei farne a meno, come il caffè nero bollente di prima mattina.

 In una società come la nostra in cui si parla tanto di estetismo diffuso e di corsa al bello, che cos’è la Bellezza?

Sempre un’esperienza soggettiva, che varia a seconda del punto di vista, nel senso che per me bello è ad esempio un dipinto di Twombly o di Damien Hirst o ancora un’installazione sonora Di Brian Eno, mentre altri magari potrebbero dissentire da questa percezione estetica. Dunque non un canone predefinito, ma un’esperienza che alimenta diversità di percezioni possibili.

Questa domanda è in parte collegata alla precedente. Bellezza e qualità sono concetti immutabili?

La bellezza resta sempre, a prescindere dal tempo. Pensi alle colonne del Partenone, alla Vue de Delft di Veermerm, alla Recherche proustiana.

Negli ultimi trenta-quaranta anni, dopo secoli popolati da artiste invisibili e da donne-muse da esporre, il ruolo delle donne è finalmente cambiato anche nell’arte: è meraviglioso…

Il mondo fortunatamente è in evoluzione. Io non appartengo per generazione a una fase femminile rivendicativa, ho sempre privilegiato una visione in cui uomini e donne, insieme, contribuissero ad una costruzione comune. Detesto la misoginia, tanto femminile quanto maschile e sono persuasa che le diversità siano una risorsa. Detto questo, penso, anche, che le donne dovrebbero riprendersi la loro femminilità, che a volte sembra esser perduta.

Arte e politica: mondi affini o diversi? Il loro rapporto è imprescindibile?

Guardi non tutti i politici sono capaci d’una visione capace di poter investire sulle politiche culturali. Molto spesso, sbagliando, s’insegue la becera costruzione del consenso, anche perché a voler costruire ponti materiali ci si mette un attimo, la costruzione di ponti immateriali, l’implementazione di politiche culturali è ben più lenta e difficile ma resta nel tempo ed è pertanto durevole.

 «Il mondo non è stato creato una volta, ma tutte le volte che è sopravvenuto un artista originale» scriveva Marcel Proust. Oggi una campagna di comunicazione potrebbe avere meriti estetici tali da influenzare il mondo dell’arte, della cultura e la società come nessun artista originale abbia mai fatto prima?

Oggi la comunicazione, in tutti i campi, può determinare, nel tempo breve, il successo o l’insuccesso. In uno spazio temporale più ampio le cose sono diverse.

Le persone sono indurite dalla paura e dalla diffidenza, la sensibilità viene spesso schiacciata dal cinismo. Come sperare che l’arte e la cultura possano cambiare le cose…

Investendo, da parte pubblica, nelle politiche culturali che sono capaci nel tempo di cambiare le mentalità.

 Tre opere d’arte, tre brani musicali, tre libri che salverebbe se il mondo prendesse fuoco…

La Nike di Samotracia, Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso, La cattedrale di Rouen di Claude Monet; Love is a loasing game di Amy Winheouse, la recente trascrizione per pianoforte delle Quattro stagioni di Vivaldi ad opera di Francesco Grillo, Miss Sarajevo di Bono & Edge; La recherche du temps perdu di Marcel Proust, la traduzione francese del Pasticciaccio di Gadda, realizzata da Jean-Paul Manganaro, La fata carabina di Daniel Pennac.

 

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fondatrice.redattrice libidodocta mag