Questions to…

Questions to MATTIA BIONDI

Geniale regista e sceneggiatore indipendente che ama lavorare alla «fine delle immagini». È fondatore della casa di distribuzione Piccolo Cinema Ovale, direttore del laboratorio artistico Segmenta Infiniti e curatore del Laterale Film Festival. Altre info e social

Come ti descriveresti a uno sconosciuto?

Un impostore dal cuore gentile.

Antica question: è nata prima l’immagine o la parola?

Si tratta di un falso problema: la parola è l’immagine delle azioni. 


Che cos’è l’arte? 

Manifestazione di rapporti puri. Bellezza indipendente dalla vita concreta. 


Nel1968 Paul Ryan dichiarò il limite tra videotape e televisione con lo slogan: «VT is not TV». Nel 1969 Salvador Dalì disegnò il logo del lecca-lecca Chupa Chups. Da allora le pratiche artistiche si sono avvicinate sempre più al sistema proposto (imposto) dalla massificazione estetica e dal marketing. Come si distingue oggi un’opera da un interessante (s)oggetto di produzione?

Dalla presenza o meno di un sincero sentimento di necessità, di una reale urgenza espressiva. 


Nell’attuale «società dell’incertezza», l’arte ha un ruolo di orientamento?

Il potenziale politico dell’arte consiste nell’arte stessa, nella forma estetica in quanto tale. L’arte è una forza del dissenso: la sua autonomia reca in sé l’imperativo categorico per cui «le cose devono cambiare». 


Bellezza e qualità sono concetti immutabili?

Sono valori che restano veri anche nella sconfitta. 


Le nozioni anticlassiche del dissonante, del disarmonico e del disequilibrio sono diventate parte integrante della dimensione estetico-artistica. In quale modo questi temi influenzano la nostra percezione fenomenica delle opere d’arte e della realtà che ci circonda?

L’opera d’arte è tale nella misura in cui contrappone il proprio ordine a quello della realtà (creando nel contempo un mondo fittizio che è tuttavia più reale della realtà stessa). C’è più piacere nella dissonanza che nella consonanza e nessuna opera ha unità integra, piuttosto la simula. La semplicità non è altro che una complessità risolta e solo il frammento porta il marchio di autenticità. 


Renè Daumal sosteneva che lo stile è il peso di quello che si è su quello che si fa. È plausibile come ipotesi?

Sì, stile è applicare all’oggetto della propria indagine un trattamento deformante, abbandonare la funzione rappresentativa per raggiungere dimensioni di pura intensità. 


Se la tua vita fosse un’opera d’arte quale sarebbe?

Una qualsiasi filastrocca di Gianni Rodari.

«Il futuro non esiste» hanno detto Jim Morrison e Zygmunt Bauman. Quali sono i tuoi progetti per il presente?

Lavorare, fare e disfare. 


 

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fondatrice.redattrice libidodocta mag