Questions to…

Questions to PEPPE VOLTARELLI

Cantautore intenso, capace di fondere tradizione e contemporaneità. Attore e custode di un enigma molto ambito: trasformare la musica in storie di vita. Nel 1991 ha fondato il gruppo Il Parto Delle Nuvole Pesanti, che ha lasciato nel 2006 per dedicarsi a un percorso artistico da solista. Nel 2016 ha vinto la Targa Tenco. Altre infosocial

Come ti descriveresti a uno sconosciuto?

Ciao 😎 sono un giovane cantautore italiano emergente che da poco ha superato i quarantacinque anni. Mi piace cercare canzoni, scriverle, cantarle, raccontarle, attraversare confini, fonemi, tonalità e idiomi. Amo lavorare con il lessico dialettale della mia terra, ascoltarne i ritmi, gli umori  e giocare con le parole.

Tu e l’arte contemporanea: quali sono i tuoi gusti personali? Neo concettuale? Neo figurativo? Digital art?

Mi piace perdermi dentro i musei ma anche osservare le movenze delle persone che ci lavorano. M’incuriosisce la loro reattività quando non si rimane a distanza dalla debita distanza e ci si avvicina troppo a un’opera. Mi piace leggere tutte le didascalie e poi addormentarmi su qualche poltrona. Mi ha colpito molto l’installazione, fatta con l’ala di un aereo su cui si poteva camminare, che ho visto in una grande mostra a Berlino… era spettacolare. A Santiago del Cile, ricordo, invece, una sala immensa dominata da una montagna di vestiti alta almeno dodici metri. Ai luoghi e agli eventi mainstream preferisco però la piccola galleria, la mostra sconosciuta che magari non finisce neanche su internet oppure la street art più sfacciata… su tutto però trovo insuperabile la ricerca, lo spirito di resistenza e l’imponenza del «non finito calabrese»… è sicuramente lo stile che amo di più.

La contaminazione tra artisti e generi è un processo culturale in atto da diversi anni. Che cosa pensi dell’interazione tra i diversi linguaggi espressivi?

Quando gli artisti s’incontrano, fondono i loro linguaggi e sono disponibili al cambiamento, assistiamo a delle magie che ci offrono la possibilità di comprendere meglio il mondo ma anche di comprenderci.

Questa domanda è in parte collegata alla precedente. Nella valorizzazione di un disco è importante e se si quanto  un giusto accompagnamento visivo (video e cover)?

Ogni canzone è una piccola storia, fatta di colori, immagini, angoli di mondo. Spesso quando si scrive un disco si dice di averlo visto prima o di averlo percepito come una visione. La parte visuale di questo processo è un tutt’uno con le parole e il ritmo. È un disegno unico che nasce dalla stessa idea portante che ti ha guidato.

Di che colore immagini la tua voce?

Blu.

In una società come la nostra in cui si parla tanto di estetismo diffuso e di corsa al bello, che cos’è la Bellezza?

La possibilità di scegliere!

«Un’intuizione è la creatività che cerca di dirti qualcosa» ha detto Frank Capra. Da dove nascono le tue intuizioni, le tue idee? Come le trasformi in realtà vive e concrete?

L’errore è una grande fonte di ispirazione, così come anche la casualità oppure il tempo dedicato ad aspettare spazi temporali in cui si mette insieme un’idea, per poi cambiarla, metterla da parte, rigirarla, guardarla di spalle… per incanalare tutto in un processo artistico. Ci sono anche momenti in cui però devi camminare per far nascere delle idee, affidarti al movimento, percorrere posti che conosci bene, ascoltare la terra, gli alberi, l’aria e utilizzarli come una medicina perché hai bisogno di stimoli che ti vengano in aiuto.

Quale rapporto può esserci tra creatività e responsabilità sociale?

Dipende da chi crea! La responsabilità sociale di base, comunque, c’è sempre, anche quando te ne stai fermo e zitto a guardare da una finestra. L’impegno è un atto che comporta una scelta! Bisogna scegliere se scendere in strada o restare lì dalla finestra fermo a guardare. È una scelta progettare canzoni con l’obiettivo di dare un contributo alla vita collettiva; ma accade anche che una canzone diventi utile indipendentemente dalla scelta del suo autore. Costruire qualcosa insieme agli altri è invece una strategia, un cammino che presuppone organizzazione e metodo… un’altra storia. In ogni caso per me la canzone rappresenta l’espressione del sentire di un popolo, quindi è necessaria… almeno spero. La canzone è un bisogno, non un esercizio fisico o uno strumento vocale da gara. 

Nel tuo ultimo progetto Voltarelli canta Profazio ti confronti con la storia, la memoria. Guardi al passato, attraverso canzoni scritte negli anni Cinquanta, da una prospettiva presente, creando inevitabilmente un confronto tra ieri e il presente. In cosa e perché ti affascina il confronto con la storia e la memoria?

Mi aiuta a leggere il presente, a immaginare futuri possibili. Conoscere è esaltante se hai il coraggio di rimanere bambino o ti emozioni sempre come se vivessi in una grande favola che non finisce mai. Una favola in cui puoi provare a pensare il finale, a volte, anche senza di te.

Che cosa rappresenta per te il concetto di luogo? Uno specchio della nostra identità? Una struttura fatta di storie, sentimenti, immagini visive e acustiche con cui diamo senso al mondo? Oppure uno spazio di fuga da colmare con l’immaginazione?

Uno spazio fatto di case, muri, insegne, montagne a cui collego persone, facce e ricordi. Un posto da cui sono certo di poter scappare appena arriva il momento giusto ma da rimettere in circolo come narrazione, racconto, mitologia. Non c’è posto più bello di quello che ci viene raccontato con tutte conseguenti sfumature, fesserie, sproporzioni o errori di approssimazione. «Guarda questo fiume, il suo letto è il più largo del mondo» mi diceva sempre mio padre, guardando il Trionto, e… io guardandolo… sognavo.

Che cos’è l’inquietudine? Spleen creativo, dimensione artistica, energia pura o semplice disordine delle sinapsi? 

Quel qualcosa che quando vuoi scappare ti trattiene!

Tre opere d’arte, tre brani musicali, tre libri che salveresti se il mondo prendesse fuoco…

Non porterei niente… mi piacerebbe muovermi in agilità.

 Se la tua vita fosse una canzone quale sarebbe?

Viaggiatori d’Occidente di Ivano Fossati

 

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fondatrice.redattrice libidodocta mag