La più grande illusione è credere di conoscere il presente perché ci siamo (Edgar Morin)
Per Valeria Secchi la fotografia significa registrare e trasfigurare lo spirito che caratterizza il nostro tempo. La sua è una sensibilità che passa attraverso l’arte, il cinema, la letteratura, la cronaca e il fumetto, usando l’autoritratto e la provocazione al limite dell’ironia e del grottesco. Il rapporto tra identità reale e virtuale, l’integrazione tra la maschera online e il senso di sé offline, l’incorporeità sono il leitmotiv delle sue immagini colorate e squillanti. È un lavoro che segue due linee interpretative. La prima è legata a un’operazione di appropriazione estetica: l’artista utilizza gli stilemi dei social network, per creare ambienti, pose e inscenare situazioni animate dal fascino del mondo della comunicazione. La seconda, più sottile, traccia la via del dubbio, incarnando le complessità e fragilità patinate della società contemporanea.
Valeria Secchi nasce a Sassari nel 1990, dove si è laureata in Filosofia e ha frequentato per due anni l’Accademia di Belle Arti Mario Sironi. Ha lavorato nel mondo della moda, del cinema e del teatro. Attualmente vive in Germania e studia al Berlin Art Institute.
di Francesca Londino
