Nadia Lee Cohen

La sola cosa che non sia assolutamente kitsch è il nulla (Michel Houellebecq)

Impossibile non rimanere abbagliati da uno degli sguardi più interessanti del panorama fotografico contemporaneo: quello di Nadia Lee Cohen, art photographer e filmmaker britannica, le cui opere costituiscono «un magico buco nero che include tutto, da Stanley Kubrick a Cindy Sherman», secondo le parole di Yigit Turhan.

L’eccentrico immaginario dell’artista, permeato di cultura pop, trae certamente ispirazione dalla cinematografia. Palesi le affinità con l’universo tragicomico, paradossale e a tratti deforme di Gummo (Harmony Korine) e in modo particolare di Pink Flamingoes (John Waters). Estetica intenzionalmente kitsch, permeata da un glamour conturbante e da un’opulenza anni Ottanta che produce un lieve disagio nell’osservatore. Colori fortemente vividi, eccessivamente saturi decostruiscono il concetto vigente di perfezione tossica. Il difetto manierato conferisce un fascino indiscutibile alle sue creazioni, specchio del mondo globalizzato e fittizio in cui viviamo.

Nadia Lee Cohen esordisce nel 2012 nel mondo della fotografia, dopo aver frequentato il London College of Fashion. Il successivo viaggio in America e la permanenza nei quartieri marginali di Los Angeles, costituiranno quasi un’operazione di cataratta e definiranno la caratterizzazione della sua inconfondibile cifra stilistica. Ha diretto Gilligan, il videoclip del rapper Dram (feat. A$AP Rocky & Juicy J)

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redattrice libidodocta mag