L’uomo è il rifugio più fragile per l’uomo (Nicolás Gómez Dávila)
Un universo infantile delicato e solenne. La scansione di una dimensione fantastica e di un tempo in sospensione. Un’atmosfera onirica che allude all’innocenza e alla vulnerabilità. Il lavoro di Erica Borghstijn si fa carico di una poetica sospesa che diventa attenta e calibrata misura di sculture trasfigurate dal candore e segnate dalla valenza cosmica della malinconia. L’attenzione si concentra dunque sulle espressioni e gli sguardi di misteriose creature che inseguono il rischio della bellezza.
Erica Borghstijn nasce e vive nei Paesi Bassi, a Flushing. Ha studiato al Grafisch Lyceum di Rotterdam e presso l’Academy of Art and Design St. Joost, a Breda. Ha partecipato a numerose mostre collettive, dalla Clutter Gallery di New York all’Amsterdam Dolls International insieme a membri di Dabida.