Francomà

Ho preso tutti i segni per meraviglie e ogni meraviglia per un segno (Luke Davies)

Scenari dai colori vividi, creature fantastiche del regno mitologico, maschere appartenenti a una storia senza tempo, elementi naturali, corpi che si fondono ad altri corpi. Un circuito visivo costante si apre ad altre combinazioni, dinamismi, sensi e possibilità di significati. Che cosa conta, quindi, in Francomà, se non l’abbattimento di confini, codici e tabù, la capacità di rifare il mondo, di trarre un’atmosfera po.etica dalle situazioni più inverosimili, di ritrovarsi sempre all’interno di uno stupore iniziale? Non sorprende, infatti, che alcune delle sue opere abbiano mostrato il bisogno di vivere sulle grandi dimensioni o fuori dalle strutture limitanti delle gallerie. La scelta, come casa e base operativa, di un seducente e piccolo borgo affacciato sulla costa tirrenica calabrese, ha offerto all’artista una gamma illimitata di situazioni a cui attingere, pur mantenendo una costante linea di comunicazione con l’arte europea. Un’operazione complessa e diretta che reclama l’aderenza stilistica ai principi basilari della narrativa e (forse) un sano senso dell’ironia. Qualità preziose che si manifestano in tutta la ricerca dell’artista. In un’epoca prigioniera di valori fluidi, il senso del lavoro di Francomà è così attuale, vitale e trascendente, quanto si spera che l’arte possa raggiungere.

Franco Magli aka Francomà ha esposto, in mostre personali e collettive, in tutto il mondo. Figura di grande rilievo tra gli artisti post-meridionali, ha realizzato murales, installazioni e scenografie. Le sue opere, oltre che in numerose raccolte private, sono presenti in importanti collezioni museali.

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fondatrice.redattrice libidodocta mag