Ha fatto del colore il suo centro. E nei suoi lavori ha messo memorie urbane, animali immaginari e cuori illuminanti/illuminati neo-pop.
Il mondo-nel-mondo di Luca Vinciguerra nasce da un arabesco ritorto su se stesso, un alfabeto ipercromatico sintetico e ornamentale, ricco di rimandi estetici e culturali, un’impronta stilizzata semplice, lineare ma nello stesso tempo ironica e ricercata. Luca Vinciguerra conosce bene la virtù della leggerezza e di quel certo disincanto che fa percorrere il mondo a occhi spalancati senza esserne schiacciati. Nel suo lavoro si avverte l’irriducibile perfezione di una reliquia dell’irrazionale cristallizzata in sculture, oggetti di design e luminose spazialità fisiche che si rincorrono per definire l’habitat del puro piacere mentale. Un universo-nell’universo da abitare e da offrire allo spettatore come atto d’amore illuminante/illuminato, espresso nella concreta utopia che si anima o si accende sotto i nostri sguardi.
Luca Vinciguerra, visual artist, musicista/cantante rock (noto come Steve Sperguenzie). Ha esposto in gallerie in Italia e all’estero, sperimentando con successo diverse tecniche espressive.
di Francesca Londino
