Questions to…

Questions to DANIEL CUNDARI 

Poeta, scrittore, performer plurilingue e repentista (improvvisatore), particolarmente apprezzato dalla critica, dalla stampa e dai lettori in Italia e in Spagna per il suo stile che coniuga qualità e impegno. Altre info

Protagonista del tuo immaginario poetico è una realtà complessa e composita che contrappone a ogni vuoto un dove che si genera di continuo in una free zone avvolta da un’energia alchemica che recupera l’antica funzione orale e performativa del poeta.

L’oralità è sempre stata una costante della poesia. Il poeta deve affidare corpo e anima alla parola. Deve dimenticarsi in essa, poiché un uomo non deve essere ricordato.

I tuoi atti po.etici prendono realtà dal mondo stesso ma il risultato finale è un’immagine che «giunge dall’ignoto»; il tuo spazio non esiste, il tuo tempo non ha misura.

Tutto è immaginazione. Ma è pur vero che ogni elemento fantastico o fiabesco nasce dalla realtà più feroce o violenta. Sento la poesia come una scossa tellurica. Un incendio.

Il tuo è un vero e proprio viaggio nelle potenzialità plastiche, sonore e pittoriche della materia alfabetica e verbale. Affidandoti alle «idee emozionate», percorri traiettorie poetiche che fondono l’intensità del vissuto alla necessità dell’espressione.

Ogni espressione sgorga all’improvviso: è una sorgente continua di emozioni che vanno imprigionate e smarrite di colpo. Duende. Il flamenco, in quanto arte, mi ammalia da molti anni e direi che pervade il mio inconscio.

Si può parlare di poesia autobiografica perché questa tua visione del mondo ti appartiene, ti racconta?!

La parola non è altro che la carne che si fa suono. Io racconto la mia vita e quella degli altri in modo semplice.

(R)accogli e porti con te e nei tuoi testi un forte senso di appartenenza al luogo, alla terra. La terra in cui viene articolata la parola che ne condiziona non solo il modo, ma la sua stessa possibilità di espressione. Un legame con le tue radici che sembra convivere con una leggera affiorante urgenza di riordinare il mondo.

Le radici sono ben piantate nel luogo dell’anima, ma ho sempre bisogno di mondo. Mi interessa la storia minima per poterla irradiare su nuove esperienze.

Cammini sul bordo della nostra contemporaneità mettendo in scena racconti in cui la parola reinventata fluisce attraverso i sensi, passa per il corpo… il corpo della parola privo di corporeità.

Il corpo è un linguaggio. La lingua è uno strumento. Tra il corpo e la lingua ci siamo noi, con tutti i nostri dubbi.

La Poesia diventa luogo di conflitti tra orale e scritto, tra realtà e apparenza, tra verità e bellezza. Qui le lotte si scatenano e si placano e il sublime è solo la possibilità di ampliare l’orizzonte.

È difficile restare trasparenti e oltrepassare l’ostacolo dell’apparenza, delle maschere. A me appassiona l’uomo vivo, ardente. Nel bel mezzo delle fiamme s’incontra un po’ della mia poesia.

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fondatrice.redattrice libidodocta mag